"Ci sono libri che si posseggono da vent'anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sè di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent'anni, viene il momento in cui d'improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri di un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione."

Elias Canetti

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire»

(I. Calvino, Perché leggere i classici, def. 6)


Il critico Lytton Strachey (a destra) prende il tè con Rosamond Lehmann e suo fratello, John Lehman del circolo Bloomsbury : i componenti del celebre circolo letterario inglese che ha contribuito a definire la cultura britannica nel periodo tra le due guerre

martedì 18 ottobre 2022

Incontro con Paolo Malaguti

 



Autore di romanzi e saggi, Malaguti, ha fatto della sua terra, il Veneto, il cuore pulsante del suo lavoro di scrittore, restituendo al lettore storie vive, emozionanti, vere, in cui la malinconia si stempera spesso nell’ironia e nell’attitudine dei suoi protagonisti a non prendersi troppo sul serio. 

Nel 2020 ha pubblicato Se l’acqua ride (Einaudi), finalista (secondo posto) al Premio Campiello; nel 2022 è uscito Il Moro della cima (Einaudi), vita morte e avventure di un personaggio leggendario, Agostino Faccin, da tutti chiamato «il Moro», che passò la sua esistenza sul Monte Grappa, attraversando gli orrori della Grande Guerra in un’esistenza incredibile fatta soprattutto di libertà.

sabato 26 marzo 2022

L'isola di Arturo di Elsa Morante

                                     
Ci incontriamo 
 
 mercoledì 30.03.2022  alle 20.30  

nella sede della biblioteca  

per confrontarci sulla lettura
 del libro   
 
"L'isola di Arturo "di Elsa Morante

E' gradita la conferma della presenza. 

Green pass rafforzato e mascherina obbligatori per l'accesso

 

Vincitore Premio Strega 1957

Arturo, il guerresco ragazzo dal nome di una stella, vive in un'isola tra spiagge e scogliere, pago di sogni fantastici. Non si cura di vestiti né di cibi. È stato allevato con latte di capra. La vita per lui è promessa solo di imprese e di libertà assoluta. E ora ricorda. Queste sono le sue memorie, dall'idillio solitario alla scoperta della vita: l'amore, l'amicizia, il dolore, la disperazione. Secondo romanzo della Morante dopo Menzogna e sortilegio (1948), L'isola di Arturo confermò tutte le qualità della scrittrice romana: l'impasto di elementi realistici e fiabeschi, la forte suggestione del linguaggio. Arturo, come Elisa in Menzogna e sortilegio, «si porta addosso la croce di far parte non di un oggi ma di un sempre».

sabato 12 febbraio 2022

Il giro del miele di Sandro Campani

Ci incontriamo 

 mercoledì 16.02.2022  alle 20.30

 nella sede della biblioteca

per confrontarci sulla lettura del libro

"Il giro del miele " di Sandro Campani

E' gradita la conferma della presenza.

Green pass rafforzato e mascherina obbligatori per l'accesso

  Finalista del Premio Scrivere per Amore, 2017

Il giro del miele è un romanzo appassionante e caldo, ricco di personaggi indimenticabili, gestito con la maestria dei grandi narratori
«In quei giorni splendenti la vedevi e non riuscivi a immaginare che potesse essere stata da nessun'altra parte: guardava suo marito lavorare al sole che bruciava piacevolmente il collo, e le api stordite camminavano sul muro». Davide è un uomo semplice che ha un lavoro semplice: consegna il miele a domicilio nel paese dell'Appennino dove è nato e cresciuto. La faccia pulita, le spalle e le mascelle larghe: ha l'aspetto di quello che le signore anziane chiamano "figliolo", o "giovanotto". Le ragazze l'hanno sempre snobbato, «ma tanto, lui, era innamorato della Silvia fin da quando erano piccoli». Perso il lavoro, perso il grande amore, spinto dalle circostanze della vita ha iniziato a bere, lasciando entrare in sé una violenza che non è in grado di gestire. Il vecchio Giampiero invece è stato l'aiutante del padre di Davide. Ha una mano bruciata in seguito all'incendio della falegnameria in cui lavorava, ma soprattutto ha una moglie amata, l'Ida. Non sono riusciti ad avere figli. Ha visto crescere Davide, e lo accoglie ora, a tarda notte, quando viene a bussare alla sua porta.

mercoledì 19 gennaio 2022

L'esistenza di dio di Raul Montanari

Condannato per un delitto di cui è parso fin troppo ansioso di dichiararsi colpevole, Adriano salva in carcere un ragazzo, Bruno, da una violenza sessuale. Ma Bruno non è un detenuto qualsiasi: è il figlio di un boss mafioso. Quando Adriano esce dalla prigione trova Bruno ad aspettarlo, pieno di una riconoscenza che finisce per rivelarsi pericolosa per lui, per i suoi affetti e per tutto il mondo che sta cercando di ricostruire intorno a sé. Così Adriano dovrà alla fine affrontare Bruno e mettere in gioco la propria esistenza per salvare quella delle persone che ama. Ambientato in una Milano visionaria, questo thriller psicologico assume le cadenze di una tragedia greca, dove il destino incalza l'eroe costringendolo a scelte drammatiche. 

Il confronto 

Luciano: è un giallo sui generis, molto profondo. Non è un thriller ma un noir. Mi ha ricordato “ La promessa” di Durrenmatt. L'amicizia è la tematica predominante. In particolare quella autentica fra Carlo e Adriano. Ma c’è un altro tipo di amicizia, quella obbligata che ha con Bruno a causa di un debito di riconoscenza contratto in carcere. Infatti trattandosi di un camorrista l’amicizia con Bruno è particolare, perchè soggiace alle regole della mafia. Mi ha suscitato simpatia il fatto che Adriano è un bibliotecario. I rapporti che Adriano ha con le donne, soprattutto con la moglie, sono un po' ossessivi (per.es. la fissa per i reggiseni). La claustrofobia, il non aprire gli scatoloni, il non decidere sono aspetti della sua personalità contorta.

Mi è piaciuto quando denigra l'importanza della psicanalisi perché è una posizione che condivido.

Maddalena S.: Non mi è piaciuto molto. E’ significativa la tematica dell'amicizia. Mi ha deluso vedere il protagonista crollare così per una donna.

Marco: mi ha fatto specie che la parola dio sia scritta sempre con d minuscola, forse a voler significare il suo ateismo.

Gianfranca: Adriano non aveva pagato abbastanza per la morte della moglie e non ha un motivo per vivere. E' una persona tormentata. La moglie era pazza e voleva suicidarsi. Forse vuol fare una riflessione: ciò che ci accade è per volere di Dio? L'ho letto volentieri, leggero, piacevole.

Maddalena R.: Come giallo era un po' scontato. Mi è sfuggito il suo pensiero. C'è la storia, ci sono i personaggi, ogni tanto il protagonista esprime dei giudizi, come per esempio sulla psicanalisi, ma mi sono un po' persa. Mi dà l'impressione che lui rotoli in questi episodi un po' casuali.

Roberta: Adriano si sente colpevole per non essere riuscito a salvare la moglie. Le situazioni in cui si trova con le altre donne sono un po' squallide.

Gianfranca: Purtroppo sono dinamiche normali nella vita attuale: vai con una ma ti piace anche l'altra,

Ornella: la storia è più da film.

Cristina: Lettura veloce, piacevole, non impegnativa ma mai banale. E’ romanzo d’ evasione. Adriano ha l’indole del salvatore, di fronte ad un'ingiustizia si mobilita. La psicanalisi di cui si parla è quella di moda in America, in cui l’aspetto economico è rilevante. In realtà in Italia c'è una sensibilità maggiore verso il paziente e l’aspetto della cura non è trascurabile. Lo scrittore ha liquidato la questione con troppa leggerezza. Anche l'amicizia con Carlo è permeata da sensi di colpa che hanno inizio nell’infanzia, e in particolare da quando Adriano lo ha spinto dalle scale.  A seguito dell’episodio Carlo è soggetto a crisi nervose. Non si capisce se Adriano si salva. Il finale è aperto quindi la storia non è finita.

Patrizia: il prete che rinnega la sua fede davanti alla madre morente è l'unica cosa che mi ha colpita. Curiosa è anche la reazione di Adriano che pur non essendo credente in reazione a questo comportamento è indotto a rassicurare alla madre in punto di morte che Dio esiste. L’esistenza di dio è da intendersi come giustificazione del proprio essere.

Emanuela: Adriano ha un senso etico. Non si sottrae certo alle risse. Sembra la sceneggiatura di un film.

Elena: durante la lettura ho avvertito la sensazione che per Adriano si trovassero troppe giustificazioni per l’omicidio della moglie. Una cosa su cui non avevo riflettuto è che lui ha avuto parecchi episodi di violenza, anche con la moglie. Nella sua vita si alternano rabbia e senso di colpa.  Il dubbio aleggia su tutto.


giovedì 16 dicembre 2021

La passeggiata di Robert Walser

 

   La passeggiata (1919) è uno dei testi più perfetti di Walser, il grande scrittore svizzero che ormai, soprattutto dopo la pubblicazione delle sue opere complete, viene posto accanto a Kafka, a Rilke, a Musil – ammesso cioè fra i massimi autori di lingua tedesca del nostro secolo. Ma La passeggiata ha anche un significato peculiare in rapporto a tutta l’opera di Walser: è in certo modo la metafora della sua scrittura nomade, perpetuamente dissociata e abbandonata agli incontri più incongrui, casuali e sorprendenti, come lo è appunto ogni accanito passeggiatore – e tale Walser era –, che abbraccia amorosamente ogni particolare del circostante e insieme lo osserva da una invalicabile distanza, quella del solitario, estraneo a ogni rapporto funzionale col mondo. In un décor di piccola città svizzera, e della campagna che la circonda, il passeggiatore Walser ci guida, con la sua disperata ironia, in un labirinto della mente, abitato da figure disparate, dalle più amabili alle più inquietanti. Da Eichendorff a Mahler, il vagabondaggio è stato un archetipo ricchissimo della più radicale letteratura moderna. Tutta quella grande tradizione sembra condensarsi, quasi clandestinamente, nella Passeggiata di Walser, a cui lo scrittore ci invita col suo irresistibile tono: «Lei non crederà assolutamente possibile che in una placida passeggiata del genere io m’imbatta in giganti, abbia l’onore d’incontrare professori, visiti di passata librai e funzionari di banca, discorra con cantanti e con attrici, pranzi con signore intellettuali, vada per boschi, imposti lettere pericolose e mi azzuffi fieramente con sarti perfidi e ironici. Eppure ciò può avvenire, e io credo che in realtà sia avvenuto».

 Il confronto

Gabriella : Mi è piaciuto molto. Il discorso che fa all'agente delle tasse per spiegargli che è povero in canna è molto simpatico. Anche la lettera che ha scritto è molto forte. I termini sono vetusti ma i temi sono moderni.

Maura: l’autore è riuscito ad incantarci partendo da un evento semplice come una passeggiata. Mi ha colpito la frase: “Le persone che sono sempre alla ricerca del nuovo sono come i bambini e mancano di intelletto”. In tutto il racconto il tono del protagonista è allegro ma alla fine diventa malinconico. All'inizio pensavo fosse un dandy ma poi continuando nella lettura ho capito che non lo era e il personaggio mi è piaciuto.

Roberta: Mi ha toccato il modo in cui si meraviglia. Ogni volta il protagonista si sorprende davanti a cose comuni., che ha già incontrato. I suoi occhi sono curiosi come quelli di un bambino.

Maddalena: durante il suo percorso trova sempre qualcosa di nuovo, anche nel bosco. Alcune cose in particolare lo colpiscono: ad es. quel signorotto che passa e non vede i bambini poveri che hanno fame.  Si innamora di quel che vede ed è descritto tutto molto bene. Anche nella vita lo scrittore era un personaggio strano, dichiarato schizofrenico. E’ solo ma rimpiange un po ' la ragazza, che non esponendosi e non dicendole che l'amava, non ha saputo trattenere.

Marco: è un bel racconto a volte ironico. Il linguaggio è molto formale quasi burocratico. Il mondo in cui si muove è molto gioioso e in esso attinge le ispirazioni per la sua scrittura. .

Patrizia : il racconto è molto complesso. Ci sono vari piani di lettura a volte oggettivi,  a volte rispondenti alla fantasia del protagonista. Il fluire dei suoi pensieri, a volte interagisce con la realtà , e crea nel lettore l'aspettativa. L’episodio dell’incontro con il sarto fa divertire.  Esiste anche un aspetto sociale inerente alla sua professione: il protagonista  si sente a disagio con chi lavora perchè in quanto scrittore viene considerato un nulla facente e si trova costretto a giustificarsi

Cristina: è molto attuale. Per esempio la tematica dell’essere e dell’apparire è ricorrente ed è un elemento che caratterizza la nostra epoca.  Nel racconto viene rappresentata per esempio dal disappunto del protagonista per l'insegna troppo vistosa e inappropriata del fornaio, appariscente ma non rispondente alla concretezza e alla sobrietà del prodotto che viene venduto: il pane appunto. E' molto poetico. La passeggiata sembra il dipanarsi del racconto di una vita: dall'ingresso nel mondo, al vivere esperienze spesso entusiasmanti fino alla conclusione, in cui parla proprio della morte. La narrazione procede come l’evoluzione della giornata: dalla luce del mattino all'imbrunire. E’ la metafora della vita. In una passeggiata ha vissuto emozioni e pensieri che si ripropongono come un surrogato di quel che un essere umano può vivere e provare nella propria esistenza: l'estasi, la tristezza, etc...

Gianfranca : L’autore è stato dichiarato schizofrenico. Il repentino cambio di umore del protagonista è proprio sintomatico di questo genere di patologia. Le sue riflessioni sono tutte proponibili nel nostro tempo.

Marta : l'ho letto abbastanza in fretta: è carino ma niente di che. Devi però essere sempre concentrata nella lettura, non ti consente distrazioni.

Chiara :il parallelismo fra l'apparenza e l'inganno è una tematica  davvero molto attuale.

 

mercoledì 17 novembre 2021

Insegnami la tempesta di Emanuela Canepa

  •   Ci siamo incontrati
  • giovedi 25.11.2021 alle 20.30
  •  nella sede della biblioteca
  • e confrontati sulla lettura del libro
  • "Insegnami la tempesta" di Emanuela Canepa

 Dopo il successo de L’animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta, lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili.

C’è una donna ferma sulla soglia di un convento. Deve entrare, ma ha paura. Oltre quella soglia, lo sa, avverrà la resa dei conti. Perché è lí che si trova sua figlia, un’adolescente scappata di casa dopo l’ennesima lite con lei. Ed è lí che vive la persona che molti anni prima l’ha abbandonata senza una parola, per seguire la propria vocazione.
Dopo il successo de L’animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta, lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili. Una madre, alla quale la figlia rimprovera un’esistenza di rinunce. Una figlia, che la madre ha sempre sentito inaccessibile. E una suora, che ha lasciato tutto, anche la sua piú grande amica, per abbracciare senza riserve il proprio destino. Tre donne profondamente legate tra loro, eppure in costante fuga l’una dall’altra. Perché ogni legame d’amore può diventare un cappio, e ogni distacco trasformarsi in battaglia.